Site stats Il vaiolo delle scimmie si è diffuso in tutto il mondo – Limelight Media

Il vaiolo delle scimmie si è diffuso in tutto il mondo

Dopo l’esperienza della pandemia da Sars-Cov-2, il solo sentir pronunciare la parola virus provoca un generale stato di preoccupazione. E se poi anche gli scienziati sono sul chi va là la situazione potrebbe facilmente degenerare nel panico generale. Da qualche settimana i riflettori della scienza sono tutti puntati sul così detto vaiolo delle scimmie, un virus che per fortuna è molto meno letale del vaiolo, ma che sta comparendo a macchia di leopardo in tantissimi paesi del mondo. Come mai? Qual è la causa di una diffusione così ampia e in luoghi così lontani tra di loro? E soprattutto, c’è motivo di preoccuparsi? Diamo una risposta a tutte queste domande.

Il vaiolo delle scimmie

Questo virus viene comunemente chiamato “vaiolo delle scimmie”. Non si tratta di un virus nuovo, mai incontrato prima come quello del Covid, ma di una rara malattia virale già conosciuta alla scienza e che negli ultimi decenni ha riguardato soprattutto il continente africano. I ricercatori lo hanno isolato per la prima volta nella seconda metà del Novecento studiando delle scimmie da laboratorio e si pensa che l’uomo lo contragga a causa del contatto con animali selvatici infetti, come ad esempio i roditori.  

Il virus in Africa

Il numero di persone che ogni anno in Africa contraggono questo virus si aggira intorno a qualche migliaio, soprattutto nelle aree occidentali e centrali del continente. Al di fuori dell’Africa i casi sono sempre stati limitati a pochissime unità dovute principalmente all’esportazione di animali selvatici infetti o a recenti viaggi fatti in Africa.

La preoccupazione degli scienziati

Ciò che preoccupa gli scienziati, quindi, non è il virus in sé, ma l’aver trovato questo virus fuori dal continente africano, in così tanti altri paesi del mondo, tutti molto distanti tra loro. Solo nell’ultima settimana, il numero di casi rilevati al di fuori dell’Africa ha già superato il numero totale di casi rilevati al di fuori del continente dal 1970, anno in cui il virus è stato scoperto nell’uomo per la prima volta.  Ad oggi è stata confermata la presenza del virus in ben 11 paesi non africani e gli scienziati ci dicono che i numeri delle persone infette e dei paesi coinvolti sono probabilmente destinati ad aumentare. È a questa diffusione anomala che la comunità scientifica non riesce a spiegarsi e ha spinto molti ricercatori ad indagare.

Non siamo di fronte a una nuova pandemia

Per quanto l’esperienza del Covid-19 ci abbia reso ipersensibili alla parola virus, nel caso del vaiolo delle scimmie possiamo stare sereni: questo virus non apre lo scenario di una nuova pandemia. Come confermano diversi scienziati, tra cui Jay Hooper, virologo presso l’Istituto di Ricerca Medica sulle Malattie Infettive dell’Esercito degli Stati Uniti a Fort Detrick, nel Maryland, il virus non si trasmette da persona a persona con la stessa facilità di trasmissione del Covid. È un virus molto simile a quello del vaiolo, per cui esistono già trattamenti e vaccini per limitarne la diffusione. Quindi, sebbene gli scienziati siano preoccupati, perché ogni nuovo comportamento di un virus è qualcosa da non sottovalutare, almeno per ora non c’è motivo di farsi prendere dal panico.

Come si trasmette

A differenza della malattia da SARS-CoV-2, che si diffonde attraverso le minuscole goccioline di saliva trasportate dall’aria, si pensa che il vaiolo delle scimmie si diffonda attraverso il contatto tra fluidi corporei. Ciò significa che una persona affetta da vaiolo delle scimmie è in grado di infettare un numero molto contenuto di contatti stretti rispetto a una persona positiva al Covid. 

I sintomi 

La pandemia del Covid e la diffusione del vaiolo delle scimmie non sono per niente paragonabili, se non per alcuni sintomi comuni a quelli dell’influenza. Il vaiolo provoca anche l’ingrossamento dei linfonodi e, alla fine, le caratteristiche lesioni piene di liquido sul viso, sulle mani e sui piedi. La maggior parte delle persone che contraggono il vaiolo delle scimmie solitamente guariscono in poche settimane senza un trattamento particolare. 

La ricerca

Questo virus che si sta diffondendo in tutto il pianeta è stato isolato lo scorso 19 maggio in Portogallo, ma gli studiosi dicono che si hanno ancora pochi dati per essere davvero certi che si tratti proprio del vaiolo delle scimmie isolato nel 1970. Sappiamo però che questo virus ha molto in comune con un ceppo virale che si trova prevalentemente in Africa occidentale e che ha dei sintomi molto lieve e un tasso di mortalità molto basso (circa l’1%). 

Strategie di contenimento 

A differenza del virus SARS-CoV-2, che è un virus in rapida evoluzione e che con le sue varianti riesce ad eludere regolarmente l’immunità da vaccini e da infezioni precedenti, il vaiolo delle scimmie è causato da un virus che si comporta in tutt’altro modo. Per questo motivo sarà improbabile che in breve tempo possa diventare capace di una trasmissione da uomo a uomo. Non ci sarà bisogno di  adottare le misure di contenimento estremo del Covid ma, in caso di necessità, basterà ricorrere ai vaccini esistenti. 

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