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Berlusconi in ospedale: la malattia dell’ex premier

Silvio Berlusconi è ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano dallo scorso 5 aprile. L’ex premier è in cura per un’infezione polmonare che rientra tra i sintomi di una malattia più grave: una leucemia mielomonocitica cronica. Circondato dai familiari più stretti, soprattutto dal fratello Paolo e dai figli, i medici informano quasi quotidianamente i giornalisti sulle sue condizioni di salute. Ma quali sono le sue reali condizioni? Soprattutto dopo una settimana in terapia intensiva, dove era stato ricoverato appena giunto in ospedale?

Da mercoledì 5 aprile, primo giorno di ricovero, fino a domenica 16 aprile, Silvio Berlusconi è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva cardiochirurgico dell’ospedale San Raffaele di Milano. Il motivo che ha spinto il premier a richiedere le cure in una struttura ospedaliera è stato una forte infezione ai polmoni – una polmonite – causata da una leucemia mielomonocitica cronica. 

Dopo più di dieci giorni di ricovero in terapia intensiva, l’ex premier è stato poi trasferito nel reparto di degenza. Se è vero che già questo trasferimento interno alla struttura è sintomo di miglioramento delle sue condizioni di salute, è anche vero che, non ricevendo un aggiornamento costante da parte dei medici e della famiglia, non è possibile avere un quadro chiaro delle sue condizioni attuali. 

Il 10 aprile, dopo solo cinque giorni di ricovero, le notizie che si sono susseguite sui giornali sono state molteplici e varie testate giornalistiche sono uscite con notizie che tendevano quasi a sminuire le severe condizioni di salute dell’ex premier. Il dottor Zangrillo, che insieme al dottor Ciceri ha in cura Berlusconi, intercettato da un gruppo di giornalisti all’uscita dell’ospedale e incalzato da uno di loro (sul fatto se fosse vero o meno che l’ex premier era in grado di camminare da solo nonostante fosse in terapia intensiva), ha sbottato con queste parole: 

“Bisogna attenersi a quello che abbiamo dichiarato nel comunicato ufficiale io e il professor Ciceri. Siamo molto stanchi e c’è questa attenzione che io definisco morbosa nei confronti di un caso clinico, che comprendo non essere un caso clinico banale, ma che merita un minimo di rispetto nella sua narrazione e nella sua trattazione. Lo dico anche pensando a voi perché a me dispiace se dei professionisti come voi devono stare qua ad attendere che esca uno come me, a raccontare delle cose che ho già raccontato nella loro ufficialità questa mattina. La situazione è seria e se anche su testate giornalistiche di richiamo escono cose quali quelle che voi avete detto, sappiate che sono delle falsità assolute. Un paziente che è ricoverato in una terapia intensiva cardiochirurgica non deambula altrimenti vuol dire che non ne ha necessità.”

Pochi giorni dopo, il 13 aprile, gli stessi medici hanno fatto sapere che le funzionalità respiratorie e renali dell’ex premier erano in costante miglioramento. Tanto che il 16 hanno ritenuto di trasferirlo in un reparto di degenza. 

In queste settimane le visite dei familiari, degli amici e colleghi più vicini a Silvio Berlusconi si sono susseguite numerose. I figli, il fratello Paolo che va a trovarlo quasi quotidianamente, il vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani. Orazio Fascina, il padre della sua fidanzata, Marta. 

Ovviamente non sono mancati e non mancano gli incoraggiamenti della gente comune che da tutta Italia sono giunti fino a Milano per far sentire al leader di Forza Italia tutto l’affetto e il supporto.

Silvio Berlusconi continua la sua degenza all’ospedale San Raffaele, sotto attente e costanti cure. E, purtroppo, non si sa ancora quando sarà dimesso e potrà tornare a casa. La polmonite che lo ha costretto in ospedale è solo uno dei sintomi della leucemia mielomonocitica cronica e, anche se in costante miglioramento, ad oggi non si sa quali siano le reali condizioni di salute di Berlusconi. 

La malattia da cui è affetto è una forma di leucemia particolarmente rara che, come tutte le leucemie, si manifesta nella proliferazione di cellule tumorali. Nelle varianti croniche come quella di Berlusconi, però, si accumulano e si aggravano in un lungo lasso di tempo. 

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