Il cervello è uno degli organi più importanti del corpo. È formato da oltre cento miliardi di neuroni che creano un numero infinito di connessioni, fatte di impercettibili correnti elettriche che viaggiano a più di 450 km/h e generano circa 50 sostanze chimiche che, rilasciate nell’organismo, trasportano informazioni. Un organo formidabile che ha dell’incredibile! Ma cosa succede se qualcosa inizia a cedere e il cervello si ammala? Tra le patologie più comuni c’è la demenza, una malattia neurodegenerativa che riguarda perlopiù gli anziani, ma a volte non risparmia i giovani. Sapevate che ne esistono numerosi tipi? Vediamo insieme quali sono i più comuni e quali sono i primi sintomi a cui prestare attenzione.
Quando si parla di demenza si fa riferimento a un deterioramento dei neuroni e a un’anomalia nelle normali funzioni cerebrali. Questa disfunzione è cronica e determina una riduzione graduale e irreversibile delle facoltà cognitive di chi ne è affetto.
Le forme di demenza possono essere classificate in primarie – come l’Alzheimer, il Parkinson, la malattia di Creutzfeldt-Jakob, la demenza a corpi di Lewy, la demenza frontotemporale – o secondarie, quando insorgono come conseguenza di altre patologie, ad esempio, la demenza da Aids.
Solitamente la demenza si presenta dai 60 anni in su ma, talvolta, può interessare anche pazienti molto più giovani. Nella fascia d’età che va dai 60 ai 70 anni si ha una percentuale di persone affette da demenza che oscilla tra l’1 e il 5%. Con il progredire dell’età aumenta la percentuale di popolazione coinvolta, tanto che nella fascia d’età tra gli 80 e i 90 anni, la percentuale sale fino al 30%.
Le cause che scatenano questa malattia sono ancora poco conosciute e, soprattutto nella fase iniziale, provocano una vasta gamma di sintomi che accomunano molte forme di demenza: deficit di memoria, problemi nel linguaggio e nel ragionamento.
Ci sono vari livelli di gravità nella demenza, durante i quali varia il tipo e la severità dei sintomi. In uno stadio iniziale, si hanno occasionali e improvvisi cambi di umore e personalità, deficit di memoria, di linguaggio e di ragionamento, ma chi ne è affetto è consapevole della sua condizione ed è in grado di curarsi autonomamente. Nello stadio successivo, gli stessi sintomi si presentano in maniera più marcata e, in aggiunta, si ha una parziale perdita delle facoltà cognitive. Nella forma più severa, invece, le facoltà cognitive sono residue e si perde quasi completamente la capacità di svolgere azioni che prima erano automatiche, come deglutire o riconoscere le persone care.
Se tra i sintomi più comuni ci sono insensibilità, impulsività, depressione, inibizioni, comportamenti ripetitivi, l’uso improprio del lessico per formulare un discorso, la ripetizione costante di un certo numero di frasi, c’è un sintomo che nel corso degli anni è stato rivalutato. Se fino a qualche tempo fa, l’appetenza negli anziani era vista di buon occhio dai medici, oggi è vista con sospetto. Uno dei sintomi che fanno suonare il campanello d’allarme della demenza è proprio la sovralimentazione, per cui si continua ad avere fame anche quando lo stomaco è pieno. Inoltre, sembra ci sia una tendenza a preferire carboidrati, cibi dolci e molto grassi.
Ad oggi non esiste una vera e propria cura per la demenza senile, ma esistono molte terapie in grado di controllare e attenuare i sintomi più invalidanti. Speriamo che la ricerca trovi presto una cura definitiva.